a frana di Brustolè, ubicata sul versante nord orientale del M.te Priaforà (mt. 1669), in corrispondenza della valle del Posina nei pressi dell’abitato di Arsiero ed accuratamente descritta dagli AA. Precedenti per quanto attiene ai dati certi (Taramelli 1882, Taramelli 1889, Dal Pra’ 1967) e’ costituita da un movimento franoso in cui sono riconoscibili due porzioni:
- una superiore rappresentata dalla "paleofrana" di epoca postglaciale, che ha interessato la formazione geologica della "dolomia principale" con un distacco del tipo "ribaltamento"
- ed una inferiore "storica" con un movimento del tipo "scivolamento traslazione" di blocchi di roccia dolomitica, secondo la classificazione di Varnes (1978).
Entrambi i distacchi sono riconoscibili dall’andamento del
versante. La nicchia della porzione superiore è individuata dalla morfologia
abrupta dovuta agli speroni di roccia dolomitica, costituendo una fascia pressoché
continua, che si taglia tra la fitta copertura boschiva che ricopre tutto
il versante del M.te Priaforà delineando un movimento franoso di
maggior entità.
La scarpata principale della porzione inferiore, proprio
per il riattivarsi della frana nel 1966, è meglio evidenziata dalla
fessura dalla quale si è verificato il distacco del corpo di frana
interamente costituito da blocchi rocciosi compatti e detriti grossolani di
varia pezzatura che li inglobano.
Tralasciando in questa sede le considerazioni di carattere tettonico sull’andamento
del sistema di diaclasi e faglie presenti, che hanno interessato il versante
del M.te Priaforà in epoca geologica e la giacitura dei banchi di Dolomia
principale, a franapoggio, che hanno favorito i movimenti più recenti
di epoca storica, è bene ricordare fin da subito che la riattivazione
della frana di Brustolè nel 1966 è dovuta essenzialmente all’azione
di scalzamento effettuato dal torrente Posina in piena in sponda destra. Sulla
quale sponda poggia la porzione inferiore del corpo di frana, più che
alla presenza di interstrati di argille rosse gessifere, derivate da disfacimento
chimico delle porfiriti sottostanti, messe in evidenza dalle indagini del
sottosuolo eseguite nel corso degli anni.